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 Edizione del 24/07/2015
 
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A Gianni, Sindaco e uomo coraggioso
Diamo spazio volentieri all'affettuoso ricordo pubblico per Gianni Bondio, recentemente scomparso da parte del dottor Giuliano Brunori che con altri e forse più di altri gli fu amico e non solo di fede partitica
Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



A Gianni, Sindaco e uomo coraggioso
( VERSIONE TESTUALE )

Gianni,
siamo qui riuniti per darti l'ultimo saluto terreno. In molti dei presenti abbiamo condiviso con te la passione per la politica, intesa nel più nobile senso della parola: fare il bene comune a cui i cittadini ci hanno delegato.
In questi tempi di “antipolitica” il tuo esempio dà invece un grande valore all'impegno civile, hai servito per molti anni il tuo comune, prima come assessore e poi dal 1977 al 1990 come sindaco. Sono stati gli anni di un forte cambiamento di Gardone, sia sociale che urbanistico. Terminava il suo lungo mandato l'amico Angilì, e tu dovevi raccoglierne l'eredità, non facile. Con la pazienza e la riflessione sei stato punto di ascolto per molti, sia per il più umile cittadino che per l'imprenditore di cui la nostra terra è ricca. Anni difficili, ricordavo, dove da poco era finita l'epoca delle Brigate Rosse, degli scioperi studenteschi, del difficile confronto ideologico. Ricordo che pur nei momenti più difficili della storia della nostra nazione hai sempre dato una parola di speranza, di guardare oltre, di continuare a costruire un mondo migliore.

Forse questo guardare sempre in senso positivo ti veniva dalla formazione religiosa ma anche scoutistica, trasmessa da tuo padre e condivisa con il fratello Mario. Quando io, giovane Consigliere comunale, Mario e altri amici all'inizio degli anni 80 decidemmo di far rivivere la stagione degli scout a Gardone tu ci fosti particolarmente vicino, spronandoci a fare qualcosa per i giovani gardonesi, che vedevi sempre più soli, anche per il venire meno di quei punti di riferimento storici dovuti al lungo periodo della contestazione giovanile. Ma nell'attenzione al mondo giovanile, che potevi fortificare anche nella tua attività quotidiana di insegnante delle scuole medie, hai fatto tuo il motto di Baden Powell “cercate di lasciare il mondo un poco meglio di come l'avete trovato”.

E tu fosti il motore della Valdepur, azienda nata in tempi in cui parlare di difesa dell'ambiente era ancora una rarità. Oggi papa Francesco lancia l'enciclica sulla difesa del creato, e richiama politici e gente comune al rispetto del dono divino, ma tu già allora avevi capito quanto fosse importante difendere l'ambiente in cui viviamo. Soprattutto in questa terra fatta di fabbriche, di officine, di ambienti ove forte può essere il rischio di danno ambientale. Ma con il tuo saper incontrare tutti riuscisti a far capire a ognuno di noi quanto fosse importante la difesa dell'ambiente.

Lo stesso impegno fu messo nella difesa delle nostre tradizioni, come non ricordare oggi la tua scelta di convocare in riunione permanente per quasi 40 giorni il Consiglio comunale di Gardone quando si profilava il referendum contro la caccia? E quanta responsabilità mettesti il sabato che si annunciava la marcia dei radicali a Gardone? Ti ricordo ancora mentre su e giù per piazza Garibaldi sollecitavi tutti alla calma, a non farsi tentare dalle provocazioni.

Il tuo è stato davvero un servizio prezioso alla nostra comunità, svolto senza far clamore, attento ai bisogni di ognuno.
Mancherai a molti, a me, a Domenico e Beppe, anche per i frequenti incontri che abbiamo avuto questi anni in cui abbiamo condiviso e rafforzato la nostra amicizia, anni in cui hai seguito con attenzione e dedizione la malattia della tua amata Emilia facendoti testimone delle opere di misericordia corporali “aiutare gli infermi”. Mancherai all'Associazione Anziani, a cui hai dedicati questi ultimi tuoi anni, continuando nel servizio agli altri. Mancherai più di tutto a Elena e Aldo e alla tua amatissima Laura, di cui sei sempre stato orgoglioso. Ma il ricordo di te renderà a tutti noi più lieve il distacco odierno.
“Ho combattuto una giusta battaglia, ho terminato la mia corsa, ma non ho perso la fede”: con queste parole di San Paolo a Timoteo voglio salutarti per l'ultima volta caro amico Gianni, lieve ti sia la terra, e ancora un ultimo grazie per quanto hai fatto, a nome di tutti quei gardonesi che ti hanno potuto conoscere ed apprezzare.


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