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Paesaggi ed architetture
Due volumi per un censimento completo di quanto rimane dell'attività agricola nella provincia dalla montagna alla pianura a cura dell'architetto Dezio Paoletti e del presidente di Civiltà bresciana, mons. Antonio Fappani
Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



Paesaggi ed architetture
( VERSIONE TESTUALE )

Molte le collaborazioni fin dalla presentazione dell'opera. Il primo volume è dedicato agli aspetti della "grande pianura e dettagli riscontrati nel censimento cascine Brescia”. Il secondo si addentra "nell'ambito montano, nella Franciacorta, nella Valtenesi-Basso Garda ed altri aspetti peculiari della realtà rurale". In totale in 744 pagine con testi e fotografie (oltre 2.000 immagini) contenute nei due prestigiosi volumi impaginate dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. “Il paesaggio costituisce un’eccezionale ricchezza dell’Italia, è alla base ed espressione della nostra identità culturale" sottolinea l'arch. Paoletti che evidenzia le problematiche del rapporto tra pianura e montagna, tra città e campagna dal punto di vista di quest’ultima, intesa, nel caso della pianura bresciana, come terra dalla lunga storia rurale successivamente trasformata dall’industrializzazione, dallo spopolamento e da una gestione spesso scriteriata delle risorse non solo materiali ma anche estetiche e paesaggistiche.
Nel corso dei secoli le dinamiche socioeconomiche sono mutate, ma ancora oggi nel Bresciano sono conservati i caratteri identitari del paesaggio, come secoli fa, caratterizzato dalla compresenza di pascoli, prati-pascolo, alcune (poche) piante monumentali e boschi misti che ne esaltano la biodiversità, oltre a fabbricati rurali, e viabilità storiche. Territorio ricco di risorse idriche, che per secoli costituirono anche una minaccia da contrastare, e per questo popolato sin dalle origini della nostra storia, il bresciano ha vissuto, dal dopoguerra in poi, una situazione quasi paradossale che ha enfatizzato lo spirito operoso e produttivo dei suoi abitanti spostandolo in ambito industriale ed imprenditoriale.
La ricerca è abbondante di testi e immagini che danno alle pagine dei due volumi il significato di offrire a panorami e particolari di costruzioni un valore importante e suggestivo anche in Valle Trompia al cui territorio sono dedicate le pagine del secondo volume nel quale, fra le immagini è ripodotta la "Cà de le Bachere" che fu rifugio di Angelo Canossi la massima espressione della poesia dialettale bresciana. Le pagine sono firmate da Fabrizio Veronesi, dirigente tecnico della Comunità Montana, Ocildo Stival e Roberto Mondinelli che hanno reso disponibili per i due volume testi e immagini le più eloquenti del territorio valtrumplino.

Franco Piovani


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