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GOCCE DI STORIA
ricerche e proposte di tradizioni e cultura locale a cura di Ados Fiordeo Sedaboni
Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



GOCCE DI STORIA
( VERSIONE TESTUALE )

PER LE CHIESE DI S. ROCCO E S. GIOVANNI BATTISTA

1707 settembre 6

Per mandato del Senato Veneto trasmesso dal capitano di Brescia Leonardo Mocenigo, il rettore di Pezzaze Don Bernardo Mora sotto giuramento informa riguardo ai due oratori di S. Rocco e di S. Giovanni Battista. Il primo “ è una Chiesolina lontana dalle contrade il tiro d’un archibugio, et non vi è Congregatione, ò Schuola, ò Suffraggio, ne unione di persone, ad esercitar opere di Devozione. Solamente è fabricata per far celebrare un Messa ogni mattina per comodità de’ lavoranti, mentre l’altro oratorio è una Chiesiola fabricata nel mezzo della contrada di Mondaro, solamente per aver la Messa la mattina, quando il capellano non deve recarsi alla parrocchiale, né in questa chiesiola vi sono Schole, Congregationi, Suffragi, ne vi sono unisconi persone a recitar Officio, ò essercitar opere altre di Devozione.


LICENZE IN MATERIA DI UCCELLAGIONE

1708 settembre 30 - 1763 dicembre 28

Sotto la voce “Uccellare” l’analista Voltolino elenca le “Licenze concesse dal Comune di piantar roccoli, o appostare per giuoco delle pareti (cioè le reti), sopra il fondo della Comunità.
Nel 1708 Francesco Camozzi fu Giuseppe di Gardone è autorizzato a “far un roccolo nel Monte di Vivazzo”
Analoga licenza è data il 10 settembre 1743 a Michele di Lodovico Porteri per il “Dosso della Guardia” insieme concedendogli “i pagaroli necessarj ad estimo, senza però pregiudicio del Comune” mentre il 30 novembre successivo Cristoforo Richiedei ottiene l’autorizzazione a “piantare le appostate per il giuoco delle pareti in Vivazzo per anni dieci” ; il 22 marzo 1744 a don Giacomo Piardi è concesso “ di restaurare il roccolo di Ronco sopra Avano con pagare ogn’anno ciò che verrà apprezzato da stimatori “ e dal 26 luglio seguente Battista Bregoli può “far giuoco delle pareti nel luogo dove uccella per locazione di anni dieci”.
Il 26 luglio 1751 ad Antonio Viotti si concede “di fare un roccolo al Chucchetto sopra il sentiero sotto la Gandina”, mentre il 10 settembre 1752 a Giacomo Gabrieli fu Carlo è data licenza “di fare roccolo nel boschetto chiamato Plagnole”.
In contrada della Croce con pagar annualmente ciò che sarà apprezzato da stimatori” Il 14 dicembre 1755 il Comune delibera che “quelli che hanno roccoli ne’ luoghi del Comune paghino ogn’anno lire sette, e quelli che uccellano a pareti paghino annualmente berlingotti tre e mezzo oltre ai danni in semplice”.
Gli uccellatori “che hanno roccoli, o appostate sul fondo del Comune “ chiedono che il Comune “loro dia debito dell’affitto” che pagano; il 30 ottobre 1760 quest’ultimo delibera” d’ammanire le parti prese quando loro ha concessa licenza di piantare i roccoli, e poi prendere consulto” se possa esigere la contribuzione predetta, dandone poi risposta al Consiglio. Nella medesima data don Giacomo Piardi “rinoncia” al Comune il roccolo di Ronco; il 26 luglio 1763 a Cristoforo Richiedei fu Girolamo è concesso “ di uccellare col giuco delle pareti nel luogo dove era il roccolo di Vivasso pagando il solito transato di berlingotti3 soldi 10”.
Il Comune il successivo 21 settembre autorizza Giuseppe Grotti a “fare un roccolo posticcio in Vivasso nel Squadro del Mattone” al costo di lire 7 all’anno, mentre don Antonio di Angelo Gabrieli il 27 novembre seguente ottiene di poter “piantare un roccolo sotto la Pagarola sul Dossello sopra la via Frainasca esibendosi pagare giusto le Provvisioni del Comune” che il 28 dicembre del medesimo anno concede a Cristoforo Richiedei “ di far un roccolo nel Monte di Vivasso nel Dosso delle Bedole” al prezzo di lire 7 all’anno. Don Voltolino nel registro degli Annali, dopo il Giudizio solenne in proposito della Giurisdizione Civile delle Valli Trompia,e Sabbia contro la città di Brescia “ cita le Parti prese in Consiglio di Valle in materia di vettovaglie, di caccia e della festa di Santo Luigi Gonzaga” e poi un decreto del 29 settembre 1757 a favore delle due valli citate e delle quadre previlegiate.


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