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Notizie del 1709 - 1710

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Notizie del 1709 - 1710
( VERSIONE TESTUALE )

SI DECIDE L’ALLARGAMENTO DEL SAGRATO
DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI LAVONE
1709 marzo 19
La Vicinia di Lavone delibera di rompere di circa due braccia la pezza di terra del Fanico, di proprietà del beneficio parrocchiale per poter allargare “et aggiustare” il sagrato della chiesa parrocchiale. Per questo lavoro si decide di impegnare un capitale di lire 50 planette che serviranno non solo a rendere più ampio il sagrato, ma anche a “far di nuovo il muro di detto Fanico in buona e laudabile forma” Pertanto i “Sindaci” della terra e Vicinia di Lavone Viviano Raggi, Domenico Porteri e Girolamo Richiedei cedono al beneficio parrocchiale “ la raggione, et attione reale, et personale d’haver, scoder, et conseguire” da Bartolomeo fu Gian Pietro Fada “della contrada della Maddalena “ di Lavone il capitale censuario di lire 50 planette “ in raggione del quattro per cento all’anno”.
Sono presenti davanti al notaio, in qualità di testimoni, il reverendo don Ludovico Raggi e mastro Andrea Amadini di Bovegno, abitante in Lavone.

UN FATTO CURIOSO DENUNCIATO
AL NOTAIO GIAN ANTONIO SEDABONI
1709 dicembre 18
Andrea Ognibeni di Barghe della Valsabbia dichiara di essersi trovato “ in diversi travaglij” e di aver ricevuto una grazia speciale.
Sua moglie Rosa infatti “essendo lattante li veniva male allo stomaco”, essendogli nato un grosso tumore sopra d’una mammella onde il latte non usciva più per la sua diritta linea ma pioveva fori per ogni parte della mammella… e molto addolorata con quattro figlioli in tenera età. Allora egli si è raccomandato alla Beata Vergine e a S.Gottardo, e sua moglie è guarita. Perciò fa memoria di questo evento, ringrazia la Vergine e S.Gottardo, nel cui oratorio a Barghe aveva fatto celebrare una messa e dove “li portò anche la tavoletta rappresentante i suoi travagli”. L’atto viene scritto a Lavone, alla presenza di Domenico Francesco di Gian Giacomo Porteri,Gian benedetto fu Gian Giacomo Fada e Gian Pietro Sedaboni, padre del notaio Gian
Antonio.

“ARMI NON SI PORTINO NE’ CONSIGLJ”
1710 luglio 17
Gasparo rampinelli, “Sindaco di Valle “, con decreto proibiscie di portar armi nei palazzi di Valle o dei Comuni valligiani “quando si fanno Consiglj,Ragioni o Udienze. Proibiscie altresi l’entrar quando si fanno essi Consiglj a chi non ha veste, o non sia chiamato da “Consiglieri.

( tratto da “Pezzaze nella storia e nell'arte – Gli Annali della Comunità
(1530 – 1797” a cura di Vincenzo Rizzinelli con la collaborazione di Carlo Sabatti)


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