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 Edizione del 17/11/2016
 
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Lupi
Ringrazio il maestro gardonese Giuseppe Bertoletti per avermi fatto dono di una copia del documento che parla delle taglie sui lupi e del pericolo che all’inizio dell’ottocento essi rappresentavano
Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



Lupi
( VERSIONE TESTUALE )

L’unica cosa che conoscevo sui lupi in quel secolo, è che prima della fine dello stesso, non ne era rimasto vivo uno. Tutti sterminati, come fossero virus infettanti. Nell’ottocento non erano feroci solo i lupi, la vita era feroce. Nelle case isolate, nelle malghe, o nei “ruc”, non c’era l’energia elettrica, ci si riscaldava solo con il fuoco, il cibo era scarso e le bocche da sfamare numerose. Neanche mezzo secolo dopo il 1817, non erano dissimili le taglie nei confronti dei pellerossa: “trenta dollari per lo scalpo di un guerriero, venti dollari per un bambino pellerossa, sessanta per una squaw incinta, venticinque dollari per un vecchio”. Meno di duecento anni dopo, correva l’anno 2001, nella Corea del Nord, a causa di una grave crisi economica ed alimentare, alcune famiglie abbandonarono dei figli per strada, bambini uccisi, squartati, fatti a pezzi e cucinati in modo sommario su fuochi improvvisati. Sinceramente, io non me la sento di considerare i lupi gli esseri viventi più pericolosi apparsi sulla terra. Sicuramente avranno sbranato qualche cucciolo di uomo, ma quanti agnelli, capretti, vitelli, conigli, tacchini, polli, puledri, asini, maialini, tordi, merli, allodole, e mi fermo qui, abbiamo triturato sotto le nostre cremagliere d’avorio? Dai primi dell’ottocento ad oggi, penso svariati milioni. Come svariati milioni di esseri umani, da quell’inizio di secolo, sono morti in guerre assurde e irrazionali. Guerre combattute per il petrolio, per l’uranio, per i diamanti, per l’oro, e ultimamente per il litio. Tutte cose di cui i lupi possono fare a meno. E allora chiediamoci se sono i lupi, oppure gli esseri umani, a sconvolgere in modo feroce, l’equilibrio della natura e la vita stessa. Non sono certo i lupi l’anomalia che sta distruggendo la Terra, nostra madre, ma noi i bipedi implumi, saccenti, supponenti, ipocriti, superbi. Non possiamo combattere i terremoti, non siamo in grado di arginare gli tsunami, e se mai una tremenda tempesta magnetica avvenisse sul sole, tutte le nostre apparecchiature elettroniche andrebbero in tilt. Allora sì, che tutti i fantasmi dei lupi che sterminammo in quel lontano ottocento rideranno della vanità della cosiddetta “Razza superiore”. Vi lascio con una storiella sui lupi di Lev Tolstoj: “Da molti giorni un lupo era in cerca di prede. Giunto fino alle prime case di un villaggio, sentì gli strilli di un bambino e la voce di una vecchia donna che diceva: “ Se non la smetti subito di piangere, ti farò mangiare dal lupo”. Il lupo si fermò ad aspettare pazientemente che gli desse il bambino. Era scesa la notte, il lupo aspettava sempre. Ed ecco, udì di nuovo la voce della vecchia”” Non piangere piccino, non ti farò mangiare dal lupo, se il lupo verrà, lo uccideremo”. Allora il lupo si disse” In questo paese, evidentemente, non si mantiene la parola data”. E se ne andò infreddolito e disgustato”


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