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 Nr.1 del 29/01/2007
 
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Il ricordo di Don Remo



   Virgilio Bettinsoli


Caro direttore


mi permetto di scrivere alcune considerazioni in relazione ad un viaggio fatto con una numerosa delegazione dell’Associazione “Amici di padre Remo onlus” in Bolivia.
Ai lettori non sarà sfuggita la notizia riguardante la realizzazione di case in Hardeman in Bolivia, del resto il suo settimanale da anni ne ha dato ampio risalto e qui colgo l’occasione per ringraziarla.
Hardeman è una piccola località a circa 200 km dal capoluogo Santa Cruz de la Sierra, stupenda città con un’architettura spagnoleggiante ed oltre un milione di abitanti. Hardeman è situata in prossimità della foresta amazzonica e verrebbe da dire “dimenticata dagli uomini ma non da Dio” al punto che nel lontano 1975 la congregazione dei Salesiani vi mandò il missionario padre Remo.
Dopo un’esperienza vissuta nel centro di recupero per “ragazzi difficili” di Arese e grande animatore dell’ -Operazione Mato Grosso-, padre Remo si trovò ad affrontare questa nuova missione con sede a Sagrado Corazon, ultimo avamposto di “civiltà”, si fa per dire.
Armato solamente del Vangelo e di una bicicletta, padre Remo per 11 anni svolse un’attività intensa, la popolazione dei Campesinos imparò a volergli bene, ad amarlo, a considerarlo un punto di riferimento sicuro per tutte le loro primarie necessità.
Padre Remo fermo nella sua convinzione che la prima forma di libertà per una persona è acquisire la propria dignità, si adoperò affinché in queste piccola comunità di Hardeman e zone limitrofe si realizzassero le condizioni per avere una scuola. Dopo una lunga e difficoltosa trattativa con le autorità locali e la prefettura, padre Remo riuscì nel suo intento cioè quello di portare gli insegnanti ad Hardeman. A questo punto gli mancava un supporto nella sua attività di missionario Cattolico, da solo non poteva reggere un impegno sempre più gravoso, poiché tra le altre cose, si dedicò ad organizzare i Campesinos in cooperative, aiutava i più poveri nei loro bisogni primari non dimenticandosi di essere un uomo di Dio e della Sua Chiesa. Dopo 11 anni riuscì ad avere delle suore missionarie. Infatti la Congregazione delle Missionarie della Dottrina Cristiana dell’Aquila gli mandò due missionarie, Suor Albina e Suor Maria Grazia.
Ad ottobre del 1986 la comunità in festa accolse le due religiose e il 25 dicembre, giorno di Natale dello stesso anno padre Remo morì, di lì a pochi giorni il 31 avrebbe compiuto 44 anni.
Padre Remo scomparve in un pomeriggio afoso, come solo in questa terra può esserlo, adempiendo ad un impegno preso con i suoi piccoli amici, infatti stava portando loro dei doni di Natale, attraversando un rio con la sua inseparabile bicicletta, scivolò e le acque fangose fecero il resto.
Dopo 20 anni da quel tragico e triste avvenimento, la comunità di Hardeman, di Sagrado, di Piray e altre lo hanno voluto ricordare; noi eravamo con loro. Le suore missionarie hanno preparato il tutto anche sul piano religioso con fotografie e preghiere tratte dal diario di padre Remo. Con grande sorpresa di tutti la mattina di Natale ad Hardeman è arrivato Monsignor Tito Solari, arcivescovo di Cochabamba, altra grande città Boliviana posta a 2.000 mt di altitudine , il quale lasciando la sua cattedrale e la sua gente non ha voluto mancare nel giorno dell’anniversario della morte del suo amico, del suo confratello salesiano ma a suo dire, soprattutto di un uomo di fede il cui esempio di vita possa sempre essere un monito fra i credenti.
In una chiesa gremitissima di uomini, donne e bambini che prima di entrare toccano la tomba di padre Remo, posta fuori dalla chiesa per loro volontà e si soffermano in preghiera, l’Arcivescovo ha tenuto una lunga omelia sulla figura del confratello scomparso, toccante, carica di emozione, interrotta un paio di volte da anziani campesinos, uomini bruciati dal sole, solitamente taciturni, abituati alla solitudine dei grandi spazi della foresta, non volevano far mancare la loro testimonianza e la loro gratitudine verso il “padre” come loro lo chiamavano. E’ stata una lunga ed emozionante funzione religiosa con un’assemblea, noi compresi, sorpresa dalle parole e dall’emozione incontenibile dell’alto prelato. Terminata la funzione ci si è recati nel luogo dove padre Remo è stato rinvenuto privo di vita, dove l’associazione ha voluto erigere una piccola Santella che è meta di continue soste per la gente che transita sulla strada e dove non mancano mai i fiori. Questo dopo 20 anni, dove le generazioni si sono succedute ma nonostante ciò la figura mirabile di questo prete è rimasta nel cuore e nelle menti. I campesinos lo invocano nelle loro preghiere, gli chiedono aiuto per le loro varie e dure vicissitudini della vita. In questa terra lontana, dove si tocca ancora oggi con mano la profonda differenza fra il potere e il “pueblo”, dove l’aspettativa di vita difficilmente raggiunge i 50 anni, dove la natura tutto ti dà ma con altrettanta facilità tutto ti toglie, ebbene la figura di questo Lodrinese, di questo Bresciano, di questo prete cattolico è già oggi venerata come quella di un santo.

Vigilio Bettinsoli
Presidente Associazione “Amici di padre Remo onlus”.

Lodrino V.T., 24 gennaio 2007


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