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 Nr.20 del 24/09/2007
 
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Latte, quanto mi costi!
Vanno diffondendosi i distributori automatici di latte fresco ed il consumatore può così risparmiare qualche soldo del tartassato bilancio di famiglia

È ormai dimostrato che dalla stalla alla tavola il latte subisce una trasformazione economica: un litro passa da 0,32 centesimi a 1,4 euro al litro. Al produttore il latte è pagato meno dell’acqua minerale, spesso l’allevatore non rientra dei costi. Ora la Coldiretti, e non solo, protesta per la gestione delle quote latte, chiede che per il latte e i suoi derivati sia indicata la provenienza per evitare l'acquisto di latticini belgi o ucraini spacciati per italiani. Prelevando il latte direttamente dalle associazioni dei produttori in distributori pubblici, il costo sarebbe inferiore all’euro al litro. Non si butterebbe via la bottiglia. E sapremmo da dove viene il latte. Potremmo anche adottare una mucca a distanza, andarla a trovare ogni tanto insieme ai bambini. Un giro delle stalle nel fine settimana, come si fa per le cantine.
La Coldiretti stima in 467 euro mensili la spesa familiare per alimenti e bevande. 230 euro (51%) vanno a commercio e servizi, 140 (30%) alle industrie alimentari e 89 (19%) ai produttori. Produttori e consumatori contano come il due di picche a briscola o come Fassino nei Ds. Ed i prezzi aumentano, ma i prezzi di cosa se il latte aumenta il suo valore di quasi cinque volte dalla mucca al supermercato?
Le quote latte risalgono al tempo in cui l'Unione Europea decise di affidare ad ogni singola nazione il censimento per avere il quadro completo della quantità prodotta nel mercato comune. In Italia il compito fu delegato alle associazioni di categoria e nei discorsi elettorali ci fu chi non esitò ad affermare che in Italia le quote non sarebbero mai state applicate pur di raccattare voti. A conti fatti risultò che si produceva la metà, o poco più, del consumo totale in Italia. L'Europa assegnò le quote in base a quanto rilevato in ogni singola nazione. I nostri allevatori denunciarono meno di quel che effettivamente era munto dalle loro vacche su consiglio degli esperti sindacalisti ai quali affidavano le loro sorti. È stata una furbata. Sono seguiti blocchi stradali ( ricordate il blocco di Linate?) invasione di trattori sulle strade specialmente del Nord per ottenere (invano) l'aumento delle quote alle aziende. L'Ue tenne duro, appioppò multe per eccesso di produzione mentre c'è stato qualche furbo che s'è fatto censire stalle mai esistite e latte mai prodotto. Ha avuto assegnate le quote e poi le ha vendute. Tutto secondo furberie conclamate ma che nessuno ha mai sanzionato. Le quote latte hanno avuto alterne fortune. Il ricordo del letame (ricordando Ciliverghe) sparato addosso ad un funzionario dello Stato è ancora caldo. Ma intanto il caro-latte è a spese dei consumatori.

Franco Piovani


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