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 Nr.22 del 15/10/2007
 
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Siate tutti benvenuti nel mio paese!
Nessuno può scegliere il suo paese d’origine per me i miei genitori hanno scelto l’Algeria. Ogni paese ha una “carta d’identità”. Ecco quella della mia Algeria. Ordinamento dello Stato: Repubblica Democratica; Numero abitanti: 29 milioni ca; Capitale: Alger; Superficie: 2.381.740 Kmq; Lingua: Arabo; Religione: Mussulmana; Moneta: Dinar


   Lo stupendo panorama di



   AlgeriAlgeri: Monumento all’Indipendenza


L’Algeria si divide in tre parti: a Sud il Sahara, a Nord il mar Mediterraneo e al Centro ci sono le catene montuose. Ha un clima piuttosto vario a secondo della zona, della regione, della posizione geografica e della vicinanza o meno del mare. Ci sono temperature rigide in alcuni luoghi e temperatura elevate in altri. In autunno e in primavera le temperature non sono elevate, ma invece d’estate fa molto caldo. A volte la temperatura sale fino a 45° e oltre. Il caldo diventa pesante soprattutto lungo la costa a causa della forte umidità. In inverno fa più freddo ma la stagione del freddo dura poco. Nelle diverse stagioni si possono ammirare diversi ambienti naturali e non bastano certo le parole per descriverli. Immaginate di ammirare 1200 Km di costa con le sue spiagge ed i suoi lidi. Immaginate di viaggiare nei Parchi nazionali sorvegliati, di entrare nei grandi hotel e nei ristoranti, nei grandi mercati, nei bagni turchi pubblici (“Hamam”) con acque termali. Immaginate di visitare antiche ville romane e greche e di ammirare grandiose chiese. E infine chi non conosce il bel Sahara con la sabbia calda…

In questo paese come in tutti i paesi basta un papà e una mamma, un figlio o una figlia per fare una famiglia. Le famiglie formano un paese e qualche volta persino città, piene di strade e di negozi e di vetrine, piene di luce con tanta gente e tante macchine, sempre di più. Le famiglie algerine sono sempre più piccole come numero di componenti. Infatti, da quando le mamme hanno iniziato ad andare a lavorare hanno meno tempo per allevare bambini. Anche la mentalità è cambiata, le persone al giorno d’oggi vogliono vivere bene e meglio anche dal punto di vista economico. Un bambino oggi costa tanto e più cresce più i suoi bisogni aumentano. Non è solo un problema di soldi ma di tempo, di fatica ecc… In molte famiglie algerine marito e moglie lavorano e poco possono occuparsi della casa e dei figli, ma la cosa più importante è avere la pace in famiglia.

Molti algerini amano la cucina tradizionale come il couscous e i piatti della cucina regionale, ma in questi ultimi anni frequentano anche i ristoranti stranieri dove possono gustare sapori nuovi e piatti esotici. Nelle grandi città ci sono ristoranti dove si possono gustare specialità cinesi, indiane e brasiliane. Ai ragazzi piacciono i fast-food, dove si beve coca-cola e si mangia all’americana (hamburger e patatine) o all’italiana (la pizza).

Nel mio Paese, l’Algeria, ci sono delle regole alimentari legate alla religione islamica. Non si mangia il maiale, nè gli animali non consacrati prima della morte, si mangia la carne “halal” cioè macellata secondo il rito mussulmano. Non si mangia neppure la carne di asino, anche se non è proibita dalla religione. Invece con la carne di cammello si fanno delle squisite polpette.

Nel mio Paese quando c’è un bimbo, appena nato, il papà (o il nonno o lo zio) sussurra nell’orecchio destro del piccolo la preghiera “ADHAN” per fare di lui un buon mussulmano. Dopo sette giorni si fa una grande festa con tutti i parenti e gli amici. Per l’occasione della festa del matrimonio le persone si vestono di costumi tradizionali diversi per ogni regione, la festa è molto ricca di tradizioni (ne parleremo nei prossimi numeri del VALTROMPIASET).

Al primo posto, nel mio Paese, c’è l’ospitalità: l’ospitalità e la casa sono una cosa sola, l’ospite è sempre il benvenuto e la casa è sempre aperta. Le nostre case hanno sempre uno spazio accogliente per stare seduti a chiacchierare. Vi sono grandi divani, cuscini colorati, tappeti morbidi. Spesso, racchiuso tra le mura della casa c’è un piccolo giardino, dove tutti si ritrovano la sera a prendere il fresco.
Il giorno di riposo settimanale è il venerdì: la mattina la gente va al cimitero o al mercato. Dopo pranzo di solito si va alla Moschea, nel pomeriggio moltissime persone stanno davanti al televisore per rilassarsi e per distrarsi. Soprattutto a partire dalla fine degli anni settanta, con le televisioni private e con l’aumento del numero di canali, guardare la tv è diventata l’attività di tempo libero più diffusa fra gli algerini di tutte le età che fanno meno sport e passeggiate, leggono poco e durante la settimana fuori degli orari di lavoro o di studio stanno al bar per evadere dalle piccole case. Negli ultimi anni i prezzi delle case in Algeria sono aumentati e il povero impiegato fra affitto, bollette della luce, del gas, del telefono non si trova più ed è per quello che tutti vogliono scappare, diventare emigranti per cercare lavoro e per migliorare la loro vita. D’altro verso invece l’Algeria è diventata a sua volta un paese di immigrati che ospita lavori stranieri dalla Cina e dall’Africa tutta.

In Algeria la scuola dell’obbligo dura 12 anni: la scuola elementare 6 anni, la scuola media 3 anni e i Licei 3 anni. Il numero degli alunni per classe è molto alto, va dai 30 ai 40. Quelli che diventano persone importanti sono tanti e molti di questi vanno a terminare gli studi per la loro specialità fuori Paese, ma pochi tornano per far fruire l’Algeria delle loro conoscenze.

Siete tutti i benvenuti nel mio Paese d’origine, nell’Algeria, che rispetta tutti i turisti.

Aicha Laribi


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