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 Nr.23 del 22/10/2007
 
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L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEI BAMBINI STRANIERI



In Italia la scuola dell’obbligo dura dieci anni, cinque anni di scuola elementare, tre anni di scuola media e due anni di scuola superiore. L’obbligo formativo è fino ai 18 anni. I bambini iniziano la scuola elementare a 6 anni. I più piccoli, prima della scuola elementare, possono frequentare la scuola dell’infanzia: l’asilo nido, per i bambini che hanno da tre mesi a tre anni e poi la scuola materna per chi ha più di tre anni. La maggior parte dei bambini italiani frequenta la scuola materna (pubblica – comunale e/o statale - oppure privata). In Italia quindi, la vita scolastica per la maggior parte dei bambini inizia con la scuola materna e questo è il nostro argomento.
Dopo la scuola dell’obbligo i ragazzi e le loro famiglie possono scegliere il tipo di scuola superiore. Ci sono i licei (umanistico, scientifico, artistico e musicale), gli Istituti tecnici e i Corsi per la formazione professionale che rilasciano un diploma professionale. Dopo il diploma chi vuole continuare gli studi si iscrive all’Università.
Torniamo all’argomento principale di questo mio articolo. Qui in Valletrompia (in Italia ), come in altri paesi europei, la scuola diventa sempre di più multiculturale, aumentano ad ogni anno scolastico i bambini ed i ragazzi stranieri nati in Italia o arrivati dai paesi d’origine per ricongiungersi ai loro genitori.
Quali problemi incontrano i bambini stranieri a scuola?
Prima di tutto devono imparare l’italiano per comunicare e per studiare. In alcune città ci sono insegnanti specializzati che li aiutano in questo compito. Poi devono capire come funziona la scuola in Italia, quali sono le regole da rispettare, le attività d’ogni giorno, la disciplina….Una ricerca internazionale sulla qualità della scuola nel mondo, promossa dalla rivista americana Newsweek, ha assegnato un premio Oscar all’Italia per la scuola dei piccoli. A scuola i bambini imparano a leggere e scrivere, a parlare e a giocare insieme e a mangiare insieme.
Per queste attività ci sono genitori contenti e altri meno perché i bambini non sono tutti della stessa religione e per questo ad esempio i mussulmani preferirebbero che durante la lezione di religione cattolica i bambini facessero un’altra attività perché non è sufficiente metterlo da parte. Questo infatti ferisce il bambino perché lui non capisce e pensa che sia stato isolato, sia diverso. E allora normalmente deve essere accompagnato con persone per tenerlo occupato a fare altre cose, ad esempio perché non potergli insegnare la religione mussulmana?
Inoltre c’è anche la dieta mussulmana che prevede di non poter mangiare il maiale e la carne, in generale. Si possono invece mangiare pesce, uova, prosciutto, latticini, funghi e formaggi…
Non dimentico di dire che vi sono scuole (private) che non accettano gli stranieri, penso che in queste non vi siano umanità e fraternità e penso che il diritto non vada mai applicato così.
Per essere rispettati dobbiamo rispettare gli altri con tutte le loro differenze e cosa costa dunque cambiare una bistecca per un pesce? Niente. Perché puoi essere anche tu, può succedere a tuo figlio, ad una persona che ti interessa.

Siamo stati tutti in una scuola anche se non ci sono sedie, tavoli, ma il maestro c’è sempre, avete indovinato? È il nostro grande mondo dove ci sono lezioni facili e lezioni difficili, brutte belle e così così. S’impara a voler bene e ad arrabbiarsi, ci sono esami in ogni momento che dobbiamo ricordare per non cadere nello stesso errore e per migliorare il nostro modo di vita. Dobbiamo essere prudenti ad ogni passo, aprire gli occhi e non lasciare demolire quello che abbiamo costruito.
Di imparare non si finisce mai, me lo ripeteva sempre il mio papà quando ero piccola..

Aicha Laribi


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