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 Nr.24 del 29/10/2007
 
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Il ''VALTROMPIASET'' in Polonia. E a Vilnius, Riga e Tallinn
Da Tarvisio, via Austria, Slovacchia e Repubblica Cèca, a Oswiecim, in Polonia (Auschwitz, in tedesco), dove milioni di persone persero la vita. La Polonia è unica. Per i molteplici contrasti naturali e culturali


   Il veicolo usato per il viaggio del VALTROMPIASET, a Riga, capitale della Lettonia (Foto by Augusto Brinati)


Perché terreno di convergenza degli influssi provenienti dalle culture dell'Oriente e dell'Occidente da cui deriva la sua ricchezza di culture, di stili architettonici, di fedi e di costumi. Tutte variabili che qui convivono in modo armonioso. Da secoli.
Poi, la magnifica Cracovia, città che fu capitale nel Medioevo e nel Rinascimento, periodi di maggiore magnificenza della Polonia. La corte reale attirava i più celebri artisti dell'Europa del tempo. Le loro opere si possono ammirare ancora oggi. La visita al Castello reale sul Wawel, con gli appartamenti reali e le collezioni di arazzi e di pittura polacca e straniera; alla cattedrale – luogo dell'incoronazione dei re polacchi – o ai suoi sotterranei, con i sarcofagi reali, sono mète da non mancare. La Città Vecchia offre un monumento storico pressoché in ogni edificio. La Piazza del Mercato, certo il più grande salotto d'Europa, è un insolito agglomerato di ricchezze museali, ricordi storici e mirabili monumenti. È qui dove echeggia l'heinal, il segnale di tromba che scandisce le ore della torre della chiesa gotica della Beata Vergine Maria.
Poco distante da Cracovia, Wieliczka. È una miniera di salgemma attiva dal Medioevo ad oggi, con oltre 300 chilometri di gallerie, laghi sotterranei, celle e grotte di sale, cappelle e sculture nel sale con ponti e gallerie in legno. Una vera e propria città sotterranea. Ci sono ufficio postale e cinema, ristorante, sale da concerto e da ballo, negozi di souvenir, una clinica…
Costeggiando il confine con l'Ucraìna, al campo di sterminio di Belzec e poi a Zamosc. Una cittadina stupenda, definita "perla dell'architettura rinascimentale". E una perla lo è davvero!
Passando per il campo di sterminio di Sobibór e Lublino, si giunge alla capitale. Varsavia è distesa fra le due rive del fiume Vistola. Ricostruito in modo magnifico dalle rovine della guerra, il Castello reale è il simbolo più importante del suo retaggio. Molti i palazzi storici e le chiese. La Piazza del Castello e quella del Mercato, costituiscono il salotto della città: un succedersi di vie che si incrociano con chiese, giardini – grandi e grandissimi –, e palazzi storici.
Da Varsavia nel regno del mammifero più grande d'Europa: il bisonte. Raggiunge una altezza dorsale di due metri e il peso di una tonnellata. La foresta di Bialowieza, che si estende su una superficie di oltre cinque mila ettari nell'omonimo Parco Nazionale, costituisce il suo rifugio.

A Sangroda, confine con la Lituania. Siamo entrati nelle Repubbliche Baltiche. Via Trakai, si giunge nella capitale, Vilnius. La cui fondazione risale al 1323. Importante centro mercantile e culturale nel XIV secolo, il suo destino storico si alternò tra fasi di grande prosperità e declino. Alla fine del XVIII secolo, Vilnius e la Lituania passarono sotto il dominio zarista. Fino al 1918. Due anni dopo la Polonia soffocava l'indipendenza lituana. Nel 1939 il territorio passava ai sovietici. Poi ai nazisti. Nel 1944 tornavano i sovietici. Insomma, la Lituania fu, per secoli, terra di continue spartizioni e occupazioni. Lo si legge, e lo racconta, l'incredibile mistura di stili architettonici.
Poco lontano da Vilnius, Trakai. La zona conta più di 200 laghi di varia ampiezza. Era questa la capitale medioevale del Granducato di Lituania. In una piccola isola del centro del lago Galves, il castello gotico. Lungo la strada che porta al centro, sulla destra, una kenessa, casa di preghiera. È della piccola comunità Karaite che, fin dal XV secolo, è riuscita a mantenere la propria religione e la propria cultura. Oggi non arriva a 300 adepti.
Kaunas è la seconda città della Lituania. Esisteva dal III-IV secolo a.C. Nel XV secolo conobbe un periodo di fiorente sviluppo e crebbe rapidamente. Nel XVII-XVIII secolo venne completamente distrutta da incendi, epidemie e guerre. Dal 1920 al 1939 Kaunas fu capitale della Lituania poiché, in tale periodo, Vilnius era occupata dall'esercito polacco. Oggi il passato e il presente coesistono; tanto che la città vecchia la si può definire un museo all'aperto. Infatti, meravigliosi edifici del XVIII e XIX secolo, chiese gotiche e barocche caratterizzano il bel centro pedonale.
A Siauliai si trova la Collina delle Croci. Sono tante che non si possono contare. Milioni, comunque. Croci di ogni tipo, dimensione e materiale. Da pochi centimetri ad alcuni metri. La collina sorse durante la dominazione sovietica. Che, più volte, la fece radere al suolo. Sempre ripristinata, però, dalla gente che, con questo luogo, intende simbolizzare la grande spiritualità del popolo lituano. Immerso nel verde della campagna, è certo un luogo mistico e suggestivo.

Riga, capitale della Lettonia fu, sin dal XIII secolo, abitata dai Tedeschi. Fu l'Ordine Teutonico a far partire, da qui, la cristianizzazione della regione. Fra il XIV e il XVI secolo, la città era uno dei più importanti centri mercantili del Mar Baltico. Si staccò dal papato nel 1524, quando accolse la Riforma. Nel 1660 apparteneva al regno di Svezia e, 50 anni dopo, cadde in mano a Pietro il Grande. Durante il XIX secolo divenne una delle principali città zariste. Nel 1920 la Lettonia riuscì ad ottenere l'indipendenza dopo essere stata occupata da Tedeschi e bolscevichi. La mantenne sino alla invasione sovietica (nel 1940), nazista (1941) e ancora sovietica (1944). Il centro geografico della città è segnato dalla Statua della Libertà. Essa simbolizza l'indipendenza, ottenuta nel 1991. Riga ha un notevole centro storico. La città vecchia si adagia sulle sponde della Daugava (la Dvina Occidentale) e si snoda in un reticolo labirintico di vie e viuzze costituite da antichi palazzi del XV e XVI secolo. Nella piazza del Duomo spicca l'omonimo tempio, il più grande del Baltico: mescola stili i più varii, ideale metafora di Riga e della Lettonia, con le loro anime multiculturali e multietniche.
Seguiamo la valle del fiume Gauja che, nel suo tratto più bello, ci conduce a Sigulda e a Cesis. La prima, a 53 chilometri a est di Riga, è la via di accesso naturale al Parco Nazionale omonimo ed una piccola stazione di cura. A 90 chilometri a nord-est di Riga, invece, la seconda: una cittadina anseatica prospera e importante. Le sue stradine sembrano fatte apposta per perdersi fra calde ambientazioni di altri tempi.
Desolato e di straordinaria bellezza è Capo Kolka. Villaggio più a nord di tutta la regione del Kurzeme, Kolka si trova sul Golfo di Riga. Nel villaggio non c'è nulla. Si vive però la sensazione di essere davvero alla fine del mondo: qui è il punto di separazione fra il golfo e il Mar Baltico. E qui si può passeggiare lungo spiagge sabbiose, foreste e dune. A perdita d'occhio le prime, a ridosso di pini e abeti rossi che le compongono, le seconde. Proprio qui le acque del Golfo e quelle del Baltico si incontrano e si scontrano, con gran frastuono e uno spumeggiante ribollire di onde che un forte vento sferza in continuazione.
Foreste di pini maestosi. Una spiaggia che si estende per più di 30 chilometri: è Jurmala, il più popolare centro della Lettonia. Ha le case in legno, e le facciate dei palazzi decorate nello stile Art Nouveau (Jugendstil), che sono assai romantiche. Distesa sulle foci del fiume Leilupe e sullo scorrere quieto delle sue acque, Jurmala è oggi un rinomato centro termale famoso per i fanghi e per il suo microclima speciale.

La splendida Tartu, la cittadina più antica dell'Estonia, ci accoglie con le sue suggestioni. Già menzionata nel 1030, è di certo la culla della cultura e della civiltà estone. C'è qui una Accademia fondata nel 1632 dal re Gustavo Adolfo di Svezia. Molto animata, Tartu è ricca di parchi, di giardini e di una università con dieci facoltà.
Saliamo a Tallinn, capitale di stupefacente bellezza. Il suo centro storico è dichiarato patrimonio dell'Umanità. Visitarla a fondo è tutto uno stupore: dal borgo medioevale danese alle facciate gotiche, le mura, il Castello e i torrioni del XIII secolo… tutto è ben restaurato e conservato. Ma Tallinn è anche una città giovane e allegra. Capace di sfruttare appieno le sue potenzialità economiche. Perché è memore della Storia e del suo passato. Fondata nel XIII secolo su una cittadina di 3 mila anni antecedente, fu occupata dai Danesi. Era il 1219. I cavalieri tedeschi Portaspada, con le crociate fra il 1208 e il 1227, la cristianizzarono in modo cruento. Nel ’400 era già un grande centro commerciale. Dal 1561 al 1710, fece parte del regno di Svezia. Dal 1721, di quello zarista. Nel XIX secolo, Tallinn era un fiorente centro industriale e, nel 1918, dopo l'occupazione tedesca, si rese capitale dello stato estone indipendente; ma nel 1944 fu bombardata e rioccupata dai sovietici. Solo nel 1991 ha ri-ottenuto l'indipendenza.
Usciamo dall'Estonia transitando per Paernu, a 30 chilometri dalla capitale. È un centro balneare di cui le cronache parlano sin dal 1251. Offre infatti una ampia spiaggia color avorio, parchi ombreggiati, viali stupefacenti ed edifici medioevali. Lo riteniamo il giusto coronamento di un viaggio che, oltre al polacco, ha visto l'incontro con tre popoli che, pur condividendo tratti comuni, si sono manifestati sempre con tre nazionalità distinte e separate.


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