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 Nr.12 del 26/05/2008
 
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Stella emergente
Mariastella Gelmini, 34enne deputata bresciana è diventata titolare del dicastero dell’Istruzione bruciando le tappe ed ora si trova ad occupare un posto di grande responsabilità che fu del monteclarense Mario Pedini


   Mariastella Gelmini


Compirà 35 anni l’1 luglio prossimo. È avvocatessa, nata a Leno, all'ospedale. Proviene da una famiglia di agricoltori di Milzano, profondo sud della provincia bresciana, dove suo fratello è entrato nel Consiglio comunale del paese. È residente a Padenghe. Laureata in Giurisprudenza (indirizzo: Diritto per l’impresa) s’è specializzata in diritto amministrativo. S'è fatta le ossa nello studio del penalista Alberto Scapaticci.
Dunque un ministro bresciano nel nuovo Governo.
I beneinformati ricordano che nel primo governo Berlusconi del 1994 fu ministro all'Industria il leghista bresciano, il lumezzanese Vito Gnutti. Nel governo Amato del ’92, c’era il democristiano Sandro Fontana all’Università e ricerca. Nei governi Andreotti del ’90-’92 c’erano Prandini ai Lavori pubblici, Martinazzoli alle Riforme istituzionali e Guido Carli (bresciano di nascita) al Tesoro.
Mariastella Gelmini - si dice - non ama la vita mondana. L’anno scorso ha partecipato al Family Day, mescolandosi alla folla in modo discreto insieme con altri consiglieri regionali lombardi del suo partito.
Nel 1994 ha fondato il club di Forza Italia di Desenzano. Venera Silvio Berlusconi, come tutti i Silvio-boys della prima ora.
È militante semplice: organizza banchetti a Desenzano, coagula un gruppo di giovani e, a sorpresa, è la consigliera più votata del Consiglio comunale ed è nominata Presidente.
L’ascesa, in tandem con il leader interno Giuseppe Romele, è veemente. Nel 2002 nella prima Giunta Cavalli è chiamata al ruolo di assessore provinciale all’Urbanistica. Nella seconda giunta del 2004 è assessore all’Agricoltura, subentrando al precedente assessore Gianpaolo Mantelli. Nel 2005 candidata alle regionali, supera con un mare di preferenze una politica navigata e radicata come Margherita Peroni.
Berlusconi la chiama ad Arcore. Nasce il feeling: il Cavaliere punta sulle sue doti e, a sorpresa, spiazza i boiardi del partito e la nomina coordinatrice regionale. Contemporaneamente entra nello staff di Bondi: in 12 mesi la Gelmini passa da assessore di provincia a influente zarina a via dell’Umiltà. L’anno dopo è numero tre in lista alla Camera, dopo Berlusconi e Tremonti. Eletta, entra in commissione Giustizia e nella Giunta per le autorizzazioni a procedere.
Rieletta alla Camera il 13 e 14 aprile scorsi, la storia di Mariastella Gelmini è solo appena iniziata. Tosta com'è dimostra di sapere dove e come poter arrivare. (f. pio.)


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