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 Nr.4 del 19/02/2007
 
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Per i valori etici dello sport
Il Consiglio Direttivo del Panathlon Club Brescia, riunito in seduta straordinaria in data 7/2/07, preso atto dei reiterati episodi di violenza nel mondo sportivo, ritiene doveroso far sentire la propria voce a difesa dei valori etici dello sport

Il Consiglio, all’unanimità, ritiene che:


1) la sospensione del campionato è il primo ed imprescindibile passo utile, ma non sufficiente, per un momento di riflessione senza dover essere condizionati nelle decisioni da prendere dalla notizia di nuovi gravi episodi. Tale decisione doveva essere presa ancora molto tempo fa, soprattutto dopo la morte del dirigente in una serie minore. Oggi è già tardi.

2) non si devono assolutamente più concedere deroghe agli impianti sportivi non a norma. Se le società non ritengono di dover investire su beni di proprietà comunale, provvedano a
ad acquistarli dai Comuni o a costruirseli in proprio. In tal modo i Comuni realizzerebbero ingenti economie e risorse da destinare a tutta la collettività, non a pochi “addetti ai lavori”

3) stadi di proprietà delle società di calcio, entro 3 anni, con tutto ciò che ne consegue a livello di responsabilità civile e penale;

4) responsabilità oggettiva "VERA" delle società di calcio da subito;

5) personale per la sicurezza negli stadi e nelle zone limitrofe, compresa la “scorta /sorveglianza" dei tifosi che si spostano per le trasferte, a carico delle società di calcio. Con i seguenti benefici:
a- utilizzo delle forze dell'ordine per altre attività sul territorio, d’interesse collettivo;
b- risparmio da parte della collettività della spesa sostenuta per contrastare i disordini e i danni causati da pochi delinquenti (cosi devono essere chiamati!) e loro sponsor;
c- il denaro che le società dovranno destinare a tale sorveglianza, e alla
messa a norma degli impianti, costringerà a calmierare gli assurdi
compensi destinati ai giocatori;

6) applicazione ferrea delle norme che già sono in vigore, senza sconti ai
delinquenti che vengono "tutelati" dalla falsa definizione di "tifosi".. E’ evidente che
se non ci sarà certezza del diritto e certezza della pena non si risolverà
mai nulla. Oggi i teppisti che delinquono in uno stadio di calcio sanno che godono di
una certa immunità e quindi si sentono quasi giustificati per i loro gesti e
per i reati che compiono; probabilmente, in un giorno della settimana che
non sia domenica e fuori dallo stadio non si comporterebbero così.
Più certezza del diritto e della pena e quindi più legalità – in tutti i campi -gioverebbero
alla nostra società nella sua interezza ed il vantaggio sarebbe di tutti e per tutti.

7) la stampa, la radio e la televisione devono smetterla di dare spazio alle “gesta” di tali delinquenti, alla moviola e quant'altro, per difendere sempre e solo la propria squadra. La colpa viene sempre data agli arbitri, ai disagi giovanili, alla polizia, mai ai veri colpevoli. Viene dato spazio sempre e soltanto agli episodi negativi invece che dimenticarli ed esaltare cosi quelli positivi. Il garantismo viene sempre invocato, ma solo nei confronti dei violenti, mai nei confronti di coloro che intervengono con forme civili o a difesa dell'ordine pubblico.
Bisogna educare alla legalità con l'impegno di tutti, non solo degli operatori sportivi.

8) bisogna fare cultura continua presso genitori, allenatori, dirigenti.
Coloro che si occupano dei ns. ragazzi urlando, bestemmiando, che invitano ai "rompere la gamba" all'avversario, a simulare il fallo ecc. (per verificare, andare a bordo campo durtante una gara di pulcini o una seduta d'allenamento) devono essere radiati dall'attività sportiva: I genitori devono convincersi che raramente si può avere in casa un campione, campione che deve crescere con il tempo, non a 8/10 anni!

9) il calcio professionistico, visti gli interessi economici enormi che lo condizionano, non può più essere considerato SPORT, ma è una attività imprenditoriale di puro spettacolo e come una qualsiasi "impresa" che vuole stare sul mercato, deve organizzarsi in proprio, senza aiuti pubblici, che devono invece essere destinati alle attività dilettantistiche vere. All’ obiezione che però il calcio porta risorse finanziarie al Coni con il totocalcio, rispondiamo che le risorse ci saranno ugualmente, tramite il risparmio sul servizio d'ordine, il risparmio nella spesa sanitaria per i feriti (e un morto cosa costa allo Stato?), nelle spese per riparare i danni causati ai beni della collettività. Inoltre le "società Impresa" potrebbero essere obbligate a versare un quid allo Stato, finalizzato allo sport dilettantistico vero.

Il Panathlon Club Brescia, impegnato a salvaguardare l’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra gli uomini e i popoli, si mette a disposizione di tutti coloro che credono in tali valori e allo scopo ricorda di avere già avviato le seguenti iniziative:
- il service “Adolescenti e Sport” nelle scuole medie, congiuntamente ai Lions bresciani, teso a richiamare i genitori, i dirigenti, gli istruttori al rispetto dei diritti dei ragazzi nello sport e all’esaltazione del Fair play;
- il “Premio Fair Play”, unitamente all’Assessorato allo Sport della Provincia e del Comune di Brescia, destinato a coloro che si sono particolarmente distinti nella divulgazione dei suddetti ideali.

Preso atto delle dichiarazioni apparse sui mass media di questi giorni, Il Panathlon Club Brescia:
1) invita i giocatori, specialmente quelli del Brescia Calcio, a recepire e consegnare, indossando il nostro cappellino, all’inizio della partita, alla squadra ospite, la nostra

“Carta del Fair Play”; a riconoscere i propri errori senza addossarli sempre all’arbitro o all’avversario; evitare atteggiamenti provocatori;
2) invita lo staff del Brescia Calcio a recepire e distribuire la “Carta del Tifoso” da noi elaborata;
3) invita gli “ultras” a dare un segno concreto di cambiamento recependo e divulgando le nostre Carte; abolendo gli striscioni di qualsiasi tipo e, considerato che ormai, nel pensiero collettivo, il termine “ultras” è abbinato a “violenze-disordini”, a sostituirlo con altro più attinente all’amore vero e pulito per lo sport.

Unitamente al Panathlon International, si auspica quindi:
- che le istituzioni sappiano rispondere con efficacia e fermezza ad un fenomeno che sta dilagando non solo nel calcio, ma che prendendolo a pretesto ha distrutto una famiglia e umiliato una nazione;
- che le leggi siano applicate e vi sia certezza della pena;
- che si possano mettere in secondo piano considerazioni economiche o di difesa di interessi materiali che dirigenti sportivi oggi uniti nel dolore e nella condanna non tarderanno a mettere in campo;
- che alle dichiarazioni di “abbassare i toni” fra gli addetti all’informazione sportiva, seguano provvedimenti per mettere un tetto (basso) alle ore di trasmissione dedicate al calcio, visto che esistono tanti altri sport degni di attenzione ed altamente educativi;
- che si possa avviare una seria politica educativa fra i giovani. Bullismo, concezione della vita priva di alcun valore, sono segnali di un degrado che deve essere affrontato senza più rinvii. Fra i facinorosi di Catania vi sono anche giovani considerati di “buona famiglia” – sarà pure un segnale!;
- che si rafforzi nella scuola l’opera di acculturazione alle regole della convivenza;
- che si favorisca l’opera di tutte le agenzie educative sulla base di programmi chiari e concordati.

Il Panathlon Club Brescia ribadisce ancora il proprio impegno e la propria disponibilità ad operare con tutte le realtà sportive e non, a difesa dello sport puro, vero, per trasmettere una corretta educazione sportiva.


Panathlon Club Brescia
Il Presidente Franco Vollono



PANATHLON CLUB BRESCIA
via Bazoli 10 - 25127 Brescia
www.panathlonbrescia.com


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