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martedì 14 maggio 2024 | 10:56
 Nr.5 del 05/03/2007
 
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Riprende vigore la produzione
In gennaio la produzione ha ripreso vigore, dopo il rallentamento del mese precedente. Su tale andamento ha influito l’aumento delle vendite nel mercato domestico e nei Paesi dell’UE. Nel breve periodo, è prevista la prosecuzione della fase espansiva, sostenuta dalla crescita della domanda mondiale, in particolare dei Paesi dell’area dell'euro


   Franco Tamburini, Presidente AIB


Queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale mensile condotta dal Centro Studi dell’Aib su un campione di 250 aziende associate. Ritornando ai dati di gennaio, la produzione è aumentata in quasi tutti i settori, ad eccezione del “carta e stampa”.
I maggiori incrementi sono stati registrati dai settori “chimico, gomma e plastica”, “materiali da costruzione ed estrattive”, “legno e mobili in legno”, “meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche”, “tessile”.
Le prospettive a breve termine sono per la prosecuzione dell’espansione della produzione. In particolare, l’attività produttiva dovrebbe crescere più della media nei settori “meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche”, “legno e mobili in legno”, “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”, “tessile”; poco sotto la media nei settori “abbigliamento”, “agroalimentare e caseario”, “carta e stampa”, “metallurgico e siderurgico”; rimanere stabile nei settori “maglie e calze”, “materiali da costruzione ed estrattive”; diminuire nel settore “chimico, gomma e plastica”.
La dinamica della produzione ha evidenziato in gennaio una ripresa in tutte le classi dimensionali. Le prospettive a breve termine sono per la prosecuzione della fase espansiva della produzione in tutte le classi dimensionali, in particolare in quella delle imprese maggiori.
Ecco, più in dettaglio, l’andamento degli indicatori considerati nell’indagine.
La produzione in gennaio è aumentata per 39 imprese su 100 (12 nella rilevazione di dicembre), non è variata per 51 (46) e diminuita per 10 (42). Le imprese soddisfatte dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono il 15% (8% in dicembre) e quelle insoddisfatte il 23% (27%).
L’utilizzo degli impianti riflette sostanzialmente l’andamento dell’attività produttiva, con una percentuale del 27% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 62% di quelle che non lo ha variato e del 12% di quelle che lo ha diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 13% delle aziende, basso dal 25% e normale dal 62%.
Le vendite sul mercato nazionale sono cresciute per il 36% delle imprese (15% nella precedente rilevazione), non sono variate per il 53% (42%) e diminuite per l’11% (43%).
Le vendite all’estero sono aumentate per un numero di imprese maggiore di quello della precedente rilevazione: per quanto riguarda i Paesi UE 29% rispetto all’8% del mese precedente, quelli extra UE 24% rispetto al 15%.
Le giacenze di prodotti finiti risultano adeguate alle esigenze per l’87% delle imprese, alte per il 7% e basse per il 6%.
Le scorte di materie prime risultano invece normali per l’87% delle aziende, alte per il 9% e basse per il restante 4%.
La manodopera è aumentata per il 15% delle aziende, rimasta invariata per il 77% e diminuita per il restante 8%.
Le prospettive a breve termine sono per un aumento dei volumi produttivi; infatti, il 35% delle imprese prevede di aumentare la produzione, il 3% di diminuirla ed il restante 62% di mantenerla stabile.
L’utilizzo degli impianti presenta un profilo sostanzialmente simile a quello della produzione: il 28% delle aziende prevede di aumentarlo, il 5% di ridurlo e il 67% di mantenerlo stabile.
Gli ordini dal mercato interno sono previsti in aumento dal 30% delle aziende, stabili dal 65% e in diminuzione dal 5%.
Gli ordini dai Paesi dell’UE sono attesi in crescita dal 21% delle aziende, stabili dal 75% e in calo dal 4%.
Gli ordini dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 21% delle imprese, stazionari dal 72% e in diminuzione dal 7%.
La manodopera è prevista stabile dal 79% delle aziende, in diminuzione dal 5% e in aumento dal restante 16%.


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