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 Nr.5 del 05/03/2007
 
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Il “nuovo” Assessore
Giampaolo Mantelli, 45 anni, ha assunto l'incarico d’assessore all'Istruzione pubblica ed all'edilizia scolastica della Provincia di Brescia


   Giampaolo Mantelli


In politica con lunga esperienza: a 16 anni segretario dei giovani democristiani del suo paese, in seguito incarico nel movimento giovanile provinciale DC, qualche anno dopo responsabile della sezione dello Scudo Crociato del suo paese, a 22 anni vice sindaco di Mario Micheli. Ora è sindaco di San Gervasio Bresciano. In Palazzo Broletto, nella passata legislatura, è stato per cinque anni assessore all'Agricoltura, incarico che non gli è stato rinnovato con disappunto del mondo rurale provinciale.
"Fu un'esperienza galvanizzante. Un ambiente, quello dell'agricoltura, genuino che era da rivitalizzato soprattutto per quanto riguardava la diffusione e la conoscenza dei prodotti della nostra terra, delle nostre aziende che dimostrano vitalità in settori difficili come sono le filiere del latte e di tutto quel comparto lattiero caseario che è importante per la gran parte delle imprese. Per non parlare del vino, dell'olio e di prodotti di nicchia che hanno dato impulso ad un'agricoltura che si diceva relegata in aree marginali e ritenute improduttive. Invece s'è dimostrato il contrario".
Ora il ritorno in Giunta per assolvere ai compiti assegnati alla Pubblica Istruzione e all'edilizia scolastica. "Ho trovato una struttura ben organizzata con collaboratori che hanno voglia d'impegnarsi. Stiamo acquisendo dati per un'indagine con la quale fare il punto della situazione in modo da indirizzare gli studenti alle arti, alle professioni, agli studi classici indispensabili ai giovani per acquisire le basi di una cultura che molto ha dato al mondo".
Francesco Alberoni ha scritto recentemente sul Corriere della Sera che "…se un Paese perde le sue radici culturali, la sua arte, la sua lingua, diventa incapace di creare e svanisce".
"Non posso che dare ragione al sociologo che analizza con realismo i fatti dell'attualità e trae le sue conclusioni, condivisibili anche per un settore come quello della formazione".
Guardiamo in particolare alla Valtrompia. Quali i programmi?
"Stiamo ragionando sulla formazione professionale per fare in modo che le aziende possano avere a disposizione operatori qualificati e ben preparati per le mansioni richieste nelle imprese, non solo da adibire alle fasi delle lavorazioni, ma anche per i settori del marketing e del commercio in generale".
Ad esempio: "Penso ai settori della posateria, della manigliera, delle armi per lo sport, cioè a tutto quel mondo che ha consolidato l'economia della valle diffondendo nei cinque continenti prodotti di pregio e di prestigio che, pur copiati, in altre zone non hanno raggiunto la stessa qualità di quelli realizzati nel Bresciano".
La situazione dell'edilizia scolastica in Valtrompia?
"Mi sembra positiva. Abbiamo centri per la formazione professionale a Lumezzane, Gardone Val Trompia e Sarezzo ai quali vorremmo attribuire ruolo inedito a partire dal prossimo periodo didattico con l'inserimento di nuovi percorsi formativi. Nessuna concorrenza fra istituti, ma una rete per bacini omogenei territoriali all'interno dei quali l'offerta formativa si differenzia per dare opportunità alle famiglie ed ai ragazzi stessi che guardano al futuro per migliorare la loro potenzialità economica e finanziaria".
Programmi concreti quindi per "riportare i nostri ragazzi a pensare alle arti e alle professioni". È un'idea che Mantelli ha già espresso all'assessore regionale Gianni Rossoni ed al presidente della Camera di Commercio Francesco Bettoni, condiviso dal dirigente provinciale scolastico Giuseppe Colosio.
"Saremmo i primi in Italia, ma gli ultimi in Europa, a costruire un percorso legato all'alta formazione, cioè la specializzazione dopo la formazione di base. Questo consentirebbe agli studenti dei nostri istituti di approdare al mondo del lavoro non a trent'anni, ma in giovane età, imparare un mestiere nel senso autentico del termine, e darebbe una risposta seria ai nostri imprenditori, artigiani ed industriali coi quali ho avuto diversi incontri in questo primo periodo del mio impegnativo ruolo".

Franco Piovani


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