Fra le autorità presenti tutta la Giunta del Comune di Concesio capeggiata dal Sindaco Diego Peli, il Consigliere Provinciale Vigilio Bettinsoli, il Vice Sindaco e Vice Presidente della Comunità Montana Paolo Pagani, il Consigliere in Comunità Montana Poinelli, ed i signori Fanelli della Federazione Ciclistica Italiana e Spagnoli del Centro Sportivo Italiano. Per gli organizzatori: Tanfoglio Giancarlo, Gabriele Arici del Gruppo Sportivo San Vigilio, il Dott. Formenti Giuseppe del G.S. Odolese-MTB Conca d’Oro e Bresciani del G. Team Brixia.

Per il PREMIO GELMI è stato scelto LEONARDO ARICI, bikers di razza nel mondo MTB.
Nato a Brescia il 13 gennaio 1959, sposato, due figli, nonostante l’età è il simbolo del fuoristrada bresciano. Nella sua carriera ciclistica (prima di conoscere il mondo della bici ha praticato enduro, windsurf e snowboard) ha conquistato ben sette titoli italiani e due titoli europei. Il fuoristrada è la sua passione, nonostante nell’arco dei suoi 18 anni di carriera abbia subito un trauma cranico, un’ernia al disco, una frattura al perone, una al gomito, una al bacino e, nel 2006, una frattura al femore. Dopo ogni disavventura è risalito (con grande forza di volontà) sulla sua bici ritornando ai vertici e confrontandosi con i più forti bikers nazionali. Il ricordo del passato ed il vivere del presente lo fanno sorridere. Quando ha ricevuto il premio si è molto commosso poiché conosceva molto bene Adriano Gelmi, scomparso nel 2004 per un incidente stradale.

Il PREMIO ARMANASCO è stato assegnato a DOMENICO PROFETA. Bresciano, tecnico della bicicletta, negli anni ’70 entrò in punta di piedi nel mondo del ciclismo provinciale diventando una figura carismatica. La grande capacità comunicativa, sportiva e la grande passione per la vita gli hanno permesso di allacciare un grande legame sia con i suoi ragazzi sia con i loro genitori che con la gente che lo circonda. Con pazienza, umiltà impegno, ha portato in giro per l’Italia l’immagine pulita della sua “Libertas 1911”. Mostra orgoglio quando uno dei suoi ragazzi è protagonista della corsa. Quando uno dei suoi atleti vince non nasconde lacrime di gioia. Prova dolore quando vive un ciclismo “sporco”, cattivo e senza ideali sportivi ed umani. In trenta anni di attività ha portato in giro per l’Italia campioni, campioncini e semplici ragazzi. Si è adeguato alla vita del ciclismo moderno ma è sempre esigente, vigile ed attento.