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 Nr.1 del 26/01/2009
 
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DIES IRAE
Nel mio ultimo articolo del 2008, quando ho scritto (riferendomi agli Israeliani) che l’aver avuto cattivi maestri, non poteva essere un comodo alibi per diventare pessimi alunni, non immaginavo quanto profetiche si sarebbero rivelate quelle parole


  



  


Sei milioni di morti, e il campo di sterminio di Terezin, tutto “dedicato” ai bambini ebrei, le cui testimonianze in versi e disegni scioglierebbero un cuore di ghisa, non hanno insegnato niente al “popolo eletto”. Come il pedofilo che oggetto di soprusi, li riflette sulla sua vittima, le forze al potere in Israele si scagliano sui Palestinesi come fossero i discendenti delle SS, e come i nazisti privavano gli ebrei di ogni loro avere, gli Israeliani tolgono ai “figli di Cristo” terre fertili e acqua trattandoli come bestie.
Ha scritto Camilleri, (l’inventore del commissario Montalbano): “Il perseguitato di ieri è diventato il carnefice di oggi, più spietato dei suoi stessi carnefici di un tempo”. Parole pesanti potreste pensare, ma non pesanti e terribili come quelle pronunciate prima del massacro, (mi rifiuto di chiamarla guerra) da un ex generale, alla televisione israeliana: “La soluzione è tremendamente semplice, l’obiettivo non è quello di impedire ad Hamas di lanciare razzi Qassam su Sderot o su altre città israeliane, ma di colpire Gaza così duramente da obbligare Hamas a chiedere una nuova tregua più favorevole ad Israele. Per arrivarci bisogna che i Palestinesi paghino “un prezzo altissimo”: In infrastrutture, in centri di potere, e vite umane. Dobbiamo fare in modo che non ci sia più posto per accogliere i feriti negli ospedali di Gaza”.
Questa è la voce di un rappresentante del popolo che cammina con il cuore di Cristo in mano, forse perché glielo ha strappato. Per anni ho preparato letture e le ho eseguite davanti a centinaia di studenti per onorare “Il giorno della memoria” e se me lo chiederanno continuerò a farlo, ma è proprio per non infangare il ricordo dei milioni di ebrei morti a Buckenwald, Mauthausen, Dachau, Auschwitz, che scrivo queste parole. In spregio alle convenzioni di Ginevra, disattendendo tutte le risoluzioni ONU (coperti come sempre dagli Stati Uniti d’America) nei primi giorni di gennaio del 2009, l’esercito israeliano ha cominciato a sganciare su Gaza bombe al fosforo.

Consiglio a tutti, per meglio capire di cosa sto parlando, la visione del documentario “Angeli distratti” di Gianluca Orchipinto, che bene illustra cosa veramente è successo a Falluja, in Iraq, altra strage “dimenticata” dall’O.N.U.; Organizzazione, Niente, Utile. O per dirla con le parole di Noam Chomsky : “L’ONU fa soprattutto ciò che gli Stati Uniti, nel senso del businnes statunitense, vogliono che sia fatto. Molte delle sue operazioni di mantenimento della pace servono a conservare il livello di “stabilità” di cui hanno bisogno le Corporation per fare affari. È uno sporco lavoro e le Corporation sono felici che sia l’ONU a farlo”. Il fatto poi che l’America da anni non versi la propria quota all’ONU stessa, a chi volete che interessi. Ma ritorniamo “a bomba”, o meglio, alle bombe. Quello che conosco io sulle bombe al fosforo, me lo ha raccontato mio padre. Lui nel 1945 era sulle colline che circondano Dresda, quando gli Alleati, diedero il colpo di grazia ad una nazione in ginocchio, inondando di bombe al fosforo una città senza più difese. Il giorno dopo i bombardamenti a tappeto, mio padre scese a valle, e quello che vide lo segnò per sempre. Mi raccontò che nei rifugi antiaerei non c’era più nessuno, solo una brodaglia maleodorante. Lui e altri, toglievano i morti dai rifugi usando degli enormi secchi. E ai vivi non toccava sorte migliore, chi aveva una gamba o un braccio che ardeva, provava ad immergerlo in una tinozza o in una fontana, ma quando l’arto veniva tolto, ricominciava a bruciare. Prima di abbandonare la Casa Bianca, l’uomo che parlava con Dio, ha chiuso in bellezza il suo mandato, autorizzando gli Israeliani ad attaccare dal mare, dal cielo e dalla terra, la striscia di Gaza. Il silenzio di Obama ha fatto il resto.

La striscia di Gaza era mantenuta da diciotto mesi sotto uno stato d’assedio, che la privava di acqua, elettricità, carburante e cibo, nella completa indifferenza del resto del mondo, Vaticano compreso.
Scrive Chomsky: “L’attacco a Gaza è l’ultima tragica conseguenza delle elezioni pacifiche e democratiche che si sono svolte nella Striscia nel gennaio del 2006, giudicate corrette dagli osservatori internazionali. Ma i Palestinesi hanno votato per Hamas, nonostante le pressioni degli Stati Uniti e di Israele a favore del presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen e del suo partito Al Fatah”. I Palestinesi dovevano votare “democraticamente” il candidato scelto dagli Stati Uniti, ciò non è avvenuto, e il massacro dei Palestinesi, per Americani e Israeliani è la giusta punizione.
La demonicrazia ha le sue regole, e nessuno vi si può sottrarre.
Sono 41 anni che gli Israeliani occupano illegalmente i territori Palestinesi, privando, come testimonia Amnesty International: “Tre milioni e mezzo di persone, dei diritti alla libertà di movimento, al lavoro, alla salute, e all’istruzione”. Tutti abbiamo gioito per l’abbattimento del muro di Berlino, nessuno ha alzato la voce per la barriera che separa il sud degli Stati Uniti dal Messico, o il muro che Israele ha eretto, sottraendo ai Palestinesi un altro 15 per cento dei loro territori, violando il diritto internazionale (Corte di giustizia dell’Aia 2004). Nessuno vuol negare ad Israele il diritto di difendersi, rimane illegale l’insediamento nei territori occupati di nuovi coloni, (450000, secondo le ultime stime) e la continua erosione della terra palestinese, ridotta ormai al 22 per cento della superficie iniziale. I Palestinesi non possono più pescare, sono bloccati i valichi, blindato lo spazio aereo e marittimo, una nave che portava aiuti sotto forma di cibo e medicinali è stata speronata da un’unità della marina israeliana, e invitata a cambiare rotta. Un milione e mezzo di abitanti della Striscia vivono in una prigione a cielo aperto, o come ha detto il cardinale Martino: “In un campo di concentramento”.

Tra meno di venti giorni in Israele ci saranno le elezioni, non vorrei, che ricalcando il comportamento di Mussolini, che chiedeva qualche migliaio di morti da sbattere sul tavolo della pace, alla nazione dei figli di David servissero altrettanti morti Palestinesi da buttare nelle urne. Dall’inferno della Striscia, arriva la testimonianza di un parroco cristiano: “I bambini sono terrorizzati, impazziti di paura. Nonostante il resto del mondo dica il contrario, sono stati gli Israeliani a violare ripetutamente la tregua, non Hamas”. “Ah questi sozzen preten comunisten” direbbe Bonvi. Vi lascio con una poesia dai “versi pesanti”scritta nel 1961 da Thomas Merton, e da me rielaborata, che ha per titolo: Canto da usarsi in processioni intorno a un luogo di fornaci e filo spinato.


Come li facevamo dormire e li purificavamo.
Con quale perfezione facevamo funzionare
la grande caldaia. Io ero il comandante
ed apportai parecchie migliorie.
Stabilivo i turni per la pulizia,
poi mandavo a dormire i viaggiatori,
e dopo ci facevo il sapone.
Io vengo da una famiglia cattolica,
ma poiché a questa gente non sarebbe
servito un prete, io non divenni prete.
Quando arrivavano i treni, mandavo
i nuovi venuti a divertirsi nel bagno.
Era un bagno enorme per duemila persone,
li disinfettavamo con Zyklon B,
soprattutto i bambini, inabili al lavoro,
venivano lavati come gli altri e più degli altri.
I reclusi maschi ebrei si davano molto da fare
in cambio di cibo adeguato,
voi non immaginate il loro appetito.
Una grossa ditta mandò depilants
per forconi d’acciaio, ottenne il contratto
e fornì merci velocissime.
Il loro amore era completamente arrestato,
ma gli anelli d’oro venivano recuperati.
Per tutto il tempo io obbedii alla perfezione,
così fui impiccato in posizione dominante
con visuale completa del terreno
e delle attrezzature del posto
Tu sorridi della mia carriera, ma faresti altrettanto
se conoscessi te stesso e ne avessi il coraggio.
Ai miei tempi lavoravamo sodo
e si vedeva quel che si faceva,
la nostra abnegazione era coscienziosa
in ogni dettaglio.
Non ritenerti migliore
perché incenerisci amici e nemici
con missili a lunga gittata
senza vedere mai ciò che hai fatto.


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