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 Nr.1 del 26/01/2009
 
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Funziona il modello Brescia
La dimostrazione che la «governance pubblica» nella gestione del ciclo delle acque è possibile. E che il «pubblico», nella gestione del ciclo idrico integrato, può portare efficienza, grandi investimenti e al tempo stesso costi contenuti per l’utente finale


  



   Enrico Mattinzoli, Presidente Aato


Tutto questo è racchiuso nella vicenda dell’Aato (Autorità d’ambito territoriale ottimale) di Brescia, l’authority figlia di una legge regionale del 1998, insediata nel giugno del 2002 e che oggi governa un sistema idrico che soddisfa le esigenze di oltre un milione e 100mila abitanti.
La delimitazione delle competenze dell’Aato su scala provinciale è stata decisa dal Pirellone dieci anni fa, ma tutta bresciana è stata la scelta di suddividere il territorio provinciale in tre aree omogenee (anziché una sola), pur conservando una visione unitaria in termini di programmazione e di pianificazione, per facilitare e accelerare il processo di riorganizzazione del servizio e ottimizzare la capacità gestionale di società a forte componente pubblica. L’Assemblea dell’Aato, che è formata dalla Provincia e dai 206 Comuni bresciani ed è l’organo sovrano del Consorzio in cui ogni Comune “pesa” un voto, ha anticipato i tempi rispetto ad altre realtà della regione Lombardia e ha avviato il servizio idrico integrato con tre soggetti gestori,: l’area gardesana è stata affidata «in house» alla Spa Garda Uno, formata dai Comuni benacensi; per la zona ovest della provincia è stata costituita una società interamente pubblica, AOB2; la Valtrompia, la città e la zona centrale della pianura sono state affidate ad A2A in regime di salvaguardia, in quanto azienda quotata in Borsa.
Con questo assetto l’Aato della provincia di Brescia ha iniziato ad affrontare un programma ambizioso quanto radicale: un piano di investimenti su scala 25ennale che supera gli 800 milioni, e un piano triennale che fa già prodotto la realizzazione di opere per oltre 50 milioni, superando criticità strutturali, specialmente nel settore della depurazione, rinviate per anni.
Un programma reso possibile anche dalla scelta dell’Aato di differenziarsi dal modello regionale e mantenere unitaria la gestione degli investimenti e la conduzione tecnica di reti e impianti, attribuendo dunque la totale responsabilità in capo ad un unico soggetto e rendendo più efficace la programmazione e il successivo controllo gestionale.
Avanza dunque a rapidi passi il progetto di uniformare su scala provinciale un servizio storicamente molto frammentato. «Quando l’Aato ha preso vita – sottolinea il presidente Enrico Mattinzoli – la metà dei Comuni gestiva la rete idrica in economia, con propri dipendenti. Oggi l’84% della popolazione bresciana ha un servizio idrico integrato gestito da una delle tre società individuate: un dato che avvicina ulteriormente l’obiettivo di arrivare ad un unico gestore e ad un’unica tariffa su tutto il territorio provinciale. Una tariffa su cui siamo fra l’altro impegnati a garantire la massima trasparenza per gli utenti».
Nel Bresciano ci sono storici disequilibri fra reti idriche mature e altre assai arretrate. «All’insegna della sussidiarietà – spiega il presidente Mattinzoli – con la leva degli investimenti attraverso l’Aato le zone più ricche soccorrono quelle più povere». Dopo la mappatura della situazione esistente, il Consorzio ha approvato il piano d’ambito e quello degli investimenti. «Il piano – sottolinea il presidente – ha un orizzonte di 25 anni, ma prevediamo di completarlo per l’80% entro i primi 13 anni. Le criticità maggiori riguardano la fognatura e la depurazione e non a caso l’investimento più significativo, da 150 milioni di euro, riguarda l’ampliamento del depuratore cittadino di Verziano e il collettamento di tutta la Valtrompia verso questo impianto».
Il contenimento tariffario, altro obiettivo strategico, è già realtà: fra i 70 Ato dei 91esistenti in Italia dove ha preso avvio il servizio le tariffe bresciane sono ai livelli più bassi (terz’ultima posizione, nel caso migliore). Inoltre, come ricorda Enrico Mattinzoli, «le tariffe sono articolate in modo da privilegiare l’utenza domestica residenziale rispetto agli altri usi».
Altri due effetti positivi dell’azione dell’Aato di Brescia riguardano il sostegno ai territori montani (1 milione all’anno di finanziamenti alle Comunità Montane) e il sollievo apportato ai bilanci comunali: il Consorzio ha infatti sgravato i Comuni del pagamento di tutte le rate dei mutui contratti per opere sulle reti idriche e gli impianti. In questo modo un onere di 6 milioni di euro per il 2007, e di 8 milioni per il 2008, sono stati messi nella disponibilità dei municipi . Una riprova ulteriore che la gestione del «bene – acqua», secondo il modello bresciano, garantisce un servizio migliore, vantaggi agli utenti e ricadute positive su tutto il territorio.


ACQUA E TERRITORIO: TUTTI I NUMERI DELLA AATO DI BRESCIA

Numero abitanti

1.108.776

Numero utenze

463.370

Numero captazioni

357 pozzi - 536 sorgenti - 19 prese

Numero depuratori

209

Acqua erogata ogni anno (mc)

120.629.792

Reflui depurati ogni anno (mc)

99.074.078

Investimenti previsti nel piano 2007-2031 (mil. di €)

836,8

Investimenti effettuati dal 2007 ad oggi (mil. di €)

53,0

Tariffa reale media anno 2008 (€/mc)

Area Ovest: 0,8777

Area Centrale: 0,9598

Area Gardesana: 0,8796


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