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venerdì 03 maggio 2024 | 17:30
 Nr.3 del 16/02/2009
 
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I ''due'' fiume Mella
Il dolce fiume Mella, dal latino “mel” che significa miele, è fiume a carattere torrentizio e cosiddetto “a regimi irregolari ” ricco di affluenti e canali utilizzati fin dall’epoca Romana ed oggi per l’irrigazione della valle Bresciana


   Esemplare di luccio catturato nel Mella a dimostrazione della teoria di condivisione delle specie nel medesimo ambiente


Ha origine dal Monte Colombine, dal Monte Maniva e dalla Corna Blacca, sgorga dalle risorgive della Valle Trompia e si snoda per 96 km terminando il suo percorso confluendo nel fiume Oglio all’altezza di Ostiano.
Nel passato recente è evidente ed innegabile che sostanze inquinanti di genere diverso, provenienti dalle diverse attività industriali della provincia, ne hanno decisamente compromesso la purezza delle acque.
Nonostante ciò a monte, ove non è presente alcuna sostanza che impedisca lo sviluppo della fauna ittica tipica di queste fredde acque, il Mella tra le diverse specie che ospita, vanta addirittura splendidi esemplari di Trota Fario, Trota Mormorata e Trota Iridea.
Periodi ben definiti di divieto della pesca e misure minime sulla cattura per ogni diverso esemplare, regolano la pesca sportiva per le specie autoctone ma non per le specie alloctone considerate erroneamente come un erbaccia da estirpare.
Non tutti sono a conoscenza che negli ultimi 35 anni, gli esseri che nuotano nei corsi d’acqua della pianura padana, attraversano una fase di declino delle specie incontrollabile e non considerata.
Svariate cause umane come inquinamento a livelli insostenibili, immissione sconsiderata di specie senza alcun controllo, profitti ed interessi personali, hanno permesso agli esemplari alloctoni immessi di proliferare e sostituire gli esemplari comuni in enorme calo.
La realtà di oggi scientificamente provata è che diverse sostanze microbiologiche ed esseri come i microrganismi che garantivano la vita alle acque completando la catena alimentare alle “nostre specie”, stanno scomparendo quasi totalmente.
La natura degli esemplari immessi e considerati alloctoni è però più forte, resiste ad altissimi tassi di sostanze tossiche ed è in grado di sostituire “i nostri” pesci, proliferando nelle nicchie ecologiche rimaste ormai largamente vuote.
Il fiume Mella modifica il suo carattere, velocità di corrente e portata d’acqua scendendo a valle, perciò è in grado di ospitare un enorme varietà di specie alloctone grazie anche al contatto naturale che avviene con il fiume Oglio.

Questa particolarità contraddistingue la mia personale definizione immaginaria di “due fiume Mella”. Infatti pesci come Carpe, Carassi, Breme, Barbo Iberico e Siluro non saranno affatto un’inaspettata sorpresa ma una gradita realtà.
È appurato da studi seri ed attendibili che predatori e prede condividano il medesimo ambiente: purtroppo la legge non salvaguarda tali esemplari e specie animali, indica anzi la macabra uccisione dell’eventuale cattura invitando il pescatore sportivo a gettare sulla sponda il pescato.

L’unica associazione che divulga il “catch e release” (cattura e rilascia ) su tutti gli esemplari esistenti in Italia e che non ammette la reimmissione dove non ha senso esistano tali specie è il Gruppo Siluro Italia www.grupposiluro.it.
Ormai da anni si batte con propri mezzi su tre fronti; evitare la pesca di frodo divenuta il cancro legale delle acque interne, lottando contro ingiustizie legate all’inquinamento devastante ed implacabile e sensibilizzando le persone introducendo la corretta mentalità, abbracciando la bellezza delle specie esistenti del nostro invidiato paese.
La realtà delle acque italiane è da valutare effettivamente senza ipocrisia, la caccia alle streghe identificata negli animali deve finire, le colpe effettive non possono essere attribuite ad un animale ma solo al vero artefice, cioè l’uomo.

Le biodiversità accertate nel Mella non devono essere fraintese e preoccupare. Tutt’altro, grazie a tali mutamenti possediamo una nuova catena alimentare e nuovi esemplari di dimensioni notevoli e sportivamente eccezionali per chi pratica la pesca nel provincia di Brescia.
La dimostrazione ovvia è nelle lenze di molti appassionati che oggi nei corsi d’acqua si imbattono in catture di pesci diversi che convivono perfettamente anche in Italia così come all’estero se pur divisi da ambienti e paesi lontani migliaia di chilometri.
La dimostrazione è che la natura non si può dominare, ha poteri incontrollabili.
L’istintività che rende possibile la vita è il dono più grande che esista, combatterlo potrebbe significare auto distruggersi.

Francesco Patrini
Responsabile “Extreme Fishing Team-Gruppo Siluro Italia”
Via Cavalli 36 - Crema (CR )
Cell: 348 5410415
e-mail: francescopatrini@hotmail.it


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