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 Nr.4 del 23/02/2009
 
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Emergenza educativa
Bullismo, episodi di prevaricazione e violenza, crisi degli ideali, noia. Si chiama emergenza educativa. Ai giovani vengono proposte molteplici scorciatoie quando, al contrario, per arrivare alla meta occorrono capacità, passione, creatività e merito


   Giampaolo Mantelli



   Giampaolo Mantelli fra i giovani studenti


Un’emergenza alla quale tutti hanno concorso: istituzioni, scuola, educatori, genitori ragazzi. Tutti hanno una parte di responsabilità e tutti hanno il dovere di impegnarsi per superare o quantomeno migliorare la situazione.
L’incertezza anche dal punto legislativo che ha caratterizzato quest’ultimo anno la scuola non ha certo aiutato. Enti locali, scuole, genitori e ragazzi, sono rimasti in balia dei grandi mutamenti che l’entrata in vigore della riforma scolastica avrebbe comportato nel brevissimo periodo. L’inesistenza di chiare informazioni ha messo in difficoltà tutta la macchina organizzativa e tutti i soggetti coinvolti.
Occorre allora fare un passo indietro, invertire la rotta, con grande serietà. Obiettivo comune non può non essere la crescita del senso di responsabilità dei giovani.

La Provincia, e in particolare l’assessorato alla Pubblica Istruzione e Formazione professionale ed Edilizia Scolastica, che ho il compito e l’onore di dirigere ha messo in campo una serie di azioni per contrastare questa emergenza. Certo si tratta di soluzioni tampone. Iniziative che da sole non sono sufficienti a contrastare la crisi.
Mi riferisco ad esempio alla Scuola per Genitori, il ciclo di incontri, organizzati in collaborazione con l’associazione La Diade, con noti psicologi, psichiatri, pedagogisti. Serate a tema, proposte a Brescia, in Vallecamonica e a Manerbio per discutere con gli esperti del come fare il difficile mestiere del genitore. Mi riferisco ai due incontri organizzati per i giovani delle classi terze, quarte e quinte degli istituti superiori con Paolo Crepet intitolati l’”Educazione ai sentimenti”.
Mi riferisco anche ai controlli antidroga a sorpresa negli Istituti di Istruzione Superiore, e il monitoraggio all’ingresso e in uscita degli studenti dalle scuole in collaborazione con i cosiddetti “Angeli custodi” volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Così come alla mostra itinerante (all’interno degli istituti) sulla sicurezza stradale.

Ma ripeto, non può essere tutto demandato alle istituzioni. Da un lato gli educatori sono chiamati ad invertire la rotta con una educazione al difficile, alla libertà, all’autonomia. Ai genitori in particolare è chiesta una presa di coscienza delle responsabilità educative. Sono troppi i figli viziati dal proprio benessere e troppe le famiglie costrette a registrare fallimenti educativi.
A casa come a scuola servono autorevolezza, regole, buon senso e coerenza. E soprattutto serve il buon esempio.
Contro l’omologazione culturale e degli stili di vita serve poi una forte educazione al pensiero critico, alla libertà reale, al sogno, alla curiosità, all’utopia.
La scuola ha l’obbligo di diventare attraente. In tal senso stiamo approntando cospicui investimenti nelle strutture, per la realizzazione di ampliamenti, palestre, l’inserimento di laboratori tecnologici. Servono anche risorse professionali di qualità che a loro volta devono esigere impegno e risultati di altrettanta qualità da parte dei ragazzi.
Serve dialogo: tra scuole, tra insegnanti, tra genitori e figli, tra studenti e docenti, tra genitori e docenti.
Solo così aiuteremo i giovani a crescere. Così forgeremo personalità forti, capaci di affrontare le situazioni della vita.

Giampaolo Mantelli


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