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 Nr.7 del 23/03/2009
 
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CIF, la Lumezzane al femminile
Non ha una sede concreta, con la targa presente sul tetto o un ingresso centrale che porta verso le aule di decisione. La sua attività si concentra nella “Casa della Giovane”, presente in Via Don De Giacomi, a Lumezzane e utilizzata anche dal Gruppo Alpini di San Sebastiano


  



  


Lo spirito d’iniziativa, però, è forte e il suo impegno è ormai riconosciuto sul territorio. Sto parlando del CIF, Centro Italiano Femminile, quarto centro in provincia, dopo quelli di Breno, Pisogne e Brescia. L’associazione è nata dall’esperienza di oltre mezzo secolo del Centro nazionale, presente a Roma dal 1944 e dotato di ispirazione cristiana, senza politica, senza partiti, ma con un solo ideale: potenziare la dignità della donna e riconoscerne la parità con il sesso maschile. L’attività di Lumezzane è nata oltre vent’anni fa e prevede iniziative, convegni e manifestazioni di carattere culturale e sociologico, a volte anche ludico, mirate al divertimento e alla compagnia tra gli associati. L’appuntamento fisso previsto dall’associazione è quello della mattina, quando le donne, libere dai figli che vanno a scuola e dai mariti che si recano sul posto di lavoro, prendono parte alle lezioni di ginnastica e ne approfittano per stare insieme. L’attività del CIF valgobbino non si limita a creare relazioni tra persone che passano buona parte del proprio tempo in ambiente casalingo, ma organizza iniziative anche a favore di altre associazioni volontarie, gestisce spettacoli di beneficenza e intraprende corsi di cucina e di lingue straniere, oltre ad interventi di integrazione con altre culture. Da quest’ultimo punto di vista, pur con difficoltà, l’associazione femminile ha sperimentato collaborazioni con lo stesso sesso straniero e lo ha fatto attraverso scambi di ricette culinarie e prodotti tipici, con lezioni di apprendimento culturale e di simbiosi, a contatto con il resto della comunità, come è avvenuto con la rassegna di canti e di poesie africane. Il gruppo, presieduto dalla dottoressa Maria Alba Lena e formato da 29 aderenti (il Consiglio rimane in carica per tre anni), promuove sostanziose collaborazioni con l’AIRC (Associazione italiana per la ricerca contro il cancro), attraverso la vendita di azalee durante la festa della donna e di arance nel corso di maratone benefiche. La forza dell’ente femminile giunge anche dall’amministrazione comunale di Lumezzane, che mette a disposizione strutture e centri per favorirne le attività. In questo senso, il teatro Odeon, le scuole presenti sul territorio e lo spazio offerto dalla residenza “Le Rondini” garantiscono l’efficienza delle iniziative e il grande riscontro verso chi ne è attratto. Negli ultimi anni hanno avuto molto peso anche i convegni organizzati su temi seri e culturalmente importanti, come il ruolo della donna nell’economia, l’evoluzione della moda e del costume nell’ambiente femminile e, nell’ultimo periodo, il rapporto con il mondo del lavoro e la difficoltà nel conciliare la famiglia. L’attività del centro femminile valgobbino è presente anche nel campo editoriale, dal momento che a tutti gli associati, a livello nazionale, giunge una rivista mensile con informazioni inerenti ai progetti e ai compiti realizzati.
La stessa cosa accade nella realtà bresciana, dove i 29 consociati sono destinatari di una rubrica che presenta le attività compiute internamente dall’associazione. Le donne di Lumezzane aderenti al gruppo hanno un profilo e attività diverse, che spaziano dalle pensionate alle casalinghe, dalle insegnanti alle impiegate, con la presenza di alcune lavoratrici che operano nel campo industriale, grazie alla collaborazione con il coniuge titolare dell’azienda. Il livello d’istruzione è medio-alto, visto che la maggior parte delle iscritte presenta un titolo di studio pari alla scuola media o superiore, ma non mancano punte di studio universitario. La collaborazione prende in considerazione anche le comunità religiose della Valgobbia, garantita da eventi organizzati a favore delle parrocchie e delle autorità ecclesiastiche. L’ultima esperienza del CIF, a livello provinciale, ha riguardato l’esposizione della mostra relativa al rapporto tra donne e lavoro, il cui convegno è documentato all’interno di quest’edizione del giornale. Esperienze che, dal punto di vista iniziatico, non mostrano la piena autonomia delle associazioni locali, ma l’organizzazione di eventi sul territorio derivati dalla regia nazionale. Intanto, nel CIF valgobbino sono subentrate quattro nuove presenze, con la possibilità che in futuro l’ente possa allargarsi e svilupparsi, magari con una propria sede di decisione.

Fabio Zizzo



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