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venerdì 17 maggio 2024 | 18:15
 Nr.8 del 06/04/2009
 
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Lumezzane ricorda don Carlo Gnocchi
«Altri potrà servirli meglio che io non abbia saputo o potuto fare, nessun altro forse amarli più che io non abbia mai fatto». «Dio fu con loro, ma gli uomini furono degni di Dio»


  


Queste frasi, tratte dagli appunti di don Carlo Gnocchi, sottotenente degli alpini ed educatore dei giovani, hanno circondato l’evento dell’intitolazione, a lui dedicata, del parco di via Moretto a Lumezzane Faidana. I bersaglieri, i reduci dalle guerre, i volontari e gli amici alpini si sono riuniti, la scorsa domenica 22 marzo, in onore del loro mentore e padre spirituale. Una bella giornata di sole ha favorito la grande partecipazione della comunità valgobbina che, a centinaia di persone, ha invaso pacificamente i giardini. Hanno risposto all’appello anche numerose autorità religiose e politiche della città di Lumezzane e della provincia. Sulle note dell’inno nazionale, intonate dalla banda cittadina di San Sebastiano, è cominciata la celebrazione, con l’innalzarsi del tricolore degli alpini. L’attenzione si è poi spostata alla messa onoraria, officiata da monsignor Angelo Bazzari, presidente della Fondazione dedicata al cappellano e da don Giulio Gatteri, parroco della frazione valgobbina. Agli intermezzi musicali ci ha pensato il Coro “Voci in Canto”, impegnato anche sabato al teatro Odeon.
Alla presenza dell’intera amministrazione comunale e delle autorità religiose e dei combattenti, il corteo si è poi diretto al ceppo costruito e dedicato alla figura di don Carlo. Dalla forma frastagliata e circondata da fiori, la pietra mostra il bassorilievo del religioso che indossa il tradizionale cappello dalla penna nera. La posizione del manufatto non è casuale, visto che fa da cerniera tra due istituzioni vicine: la sede degli alpini “Serafino Gnutti” e la scuola elementare “Madre Teresa di Calcutta”. Educazione e sacrificio, infatti, sono stati gli ingredienti fondamentali della vita di don Carlo e Lumezzane li ha messi in pratica.
Dopo la benedizione del monumento da parte di don Giulio, monsignor Bazzari ha descritto la figura del mentore e invitato i giovani a farsi eredi. Allo scoprimento del telo che nascondeva il ceppo, sono intervenute anche alcune autorità del gruppo alpino fra le quali Davide Forlani. Alessandro Rossi, rispettivamente presidente della Sezione di Brescia e vicepresidente dell’associazione nazionale, hanno ricordato il cappellano e dato, alla fine, una bella notizia: don Carlo sarà beatificato, nella centralissima piazza Duomo di Milano, il prossimo 25 ottobre da Papa Benedetto XVI.

Fabio Zizzo


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